TOGLI UN POSTO A TAVOLA, L'AMICO CI HA BALZATI

Stavo per iniziare dicendo che generalmente sono donne, ma poi mi sono resa conto che, a dir la verità, è un discorso che accomuna entrambi i sessi.

Abbiamo tutti un amico che a un certo punto della sua vita trova la via della redenzione. E tenendo conto che ho ventidue anni, non mi riferisco a gente alla Paolo Brosio che alla soglia dei quaranta scopre che le nuvole hanno forma di Madonna.
Il mio discorso è un po' più alla Sara Tommasi. Ovviamente l'eccelsa mente partorita dalla Bocconi è un'iperbole, ma dai, ragazzi, chi non ha quel conoscente a cui la notte porta consiglio e si sveglia gridando che basta, l'alcol non fa più per lui, le serate selvagge nemmeno, e comincia a proporre solo camomille su Skype?

Ma non è che la notte t'ha portato un coniglio nel culo?

Un po' come Paola Cortellesi. Ha fatto sbellicare dalle risate ogni italiano che si rispetti agli albori del terzo millennio; la sua voce fastidiosa era diventata la nona di Beethoven, la sua espressione cattiva era una Venere di Botticelli sullo schermo di Mai Dire. Sparava sequenze di parole a caso senza senso, regalandoci grasse risate, prima che arrivassero sulla scena Valerio Schifu, Marco Minchioni, Emma Emorroide e Alessandra Arimortacci a farci piangere.
E poi ha messo la testa a posto. Che è il mio personale, inoffensivo e politically correct modo per dire che è diventata noiosa come Fedez che ci fa la ramanzina morale e sociale mentre prova a ottenere un diploma al Boccioni in cambio di una partecipazione all'occupazione (per chi non fosse di Milano, è un liceo artistico).
La vecchia Paola si è data ai film di Canale 5, alle sitcom italiane. E' passata dalle stelle alle stalle della televisione dello Stivale. Dal Mago Forest al delfino Raoul Bova. Dalle imitazioni del Grande Fratello, a Maria Montessori.

Cadono miti.

E così anche tu perdi il tuo compagno di avventure. Uscivate sempre insieme e vi reggevate il bicchiere a vicenda, vi davate coraggio quando l'altro pareva dare segni di cedimento. Avete ballato sulle note di Adeste Fideles, avete studiato la miglior soluzione per far fruttare al massimo quei dieci euro ciascuno che avevate: vi siete sempre aiutati quando l'altro era indeciso sul drink da ordinare.
Poi il tuo socio s'è alzato una mattina e ha detto basta. Per lui ora esistono solo Sergio Leone, le torte e l'arte barocca.


Attenzione, urge fare una precisazione: ci sono vari stadi di questa massoneria. E quando fai parte del gradino più basso, quando cioè le tue birichine uscite che su Facebook descrivi come Baccanali, sono eventi con cadenza massimo bisettimanale, la perdita di una spalla può disorientare tanto quanto la sottrazione di Lindsay Lohan alla Paris Hilton dei tempi d'oro.
Avendo vissuto a Sydney, so cosa vuole dire essere fuori ogni singola sera – e interpretate quell'essere fuori come più gradite. Ma a Milano la pacchia non è la stessa.

Quindi non mi riferisco agli alcolisti anonimi, né a quei VIP che fanno tre tavoli a settimana e poi presiedono pure la tavola rotonda. Io ce l'ho con tutti. Tutti abbiamo un amico che non ce l'ha fatta e ha mollato il colpo, che è maturato, che è stato catturato dal sacro fuoco della serietà.

Queste persone vogliono farti sentire uno scapestrato, un delinquente, vogliono farti sentire l'alcolizzato che non sei (o che perlomeno loro non sono più), queste persone vogliono farti credere che il miglior modo per allontanare Satana dalla tua vita è abolire completamente le serate.
Una sera ti stanno offrendo un Negroni, quella dopo ti invitano a giocare ad Acchiappa la Talpa – da sobri.

Questo è il tipo di amico di cui non hai bisogno, e che non vuoi né devi diventare.

Perché andare al cinema e fare la cena dal kebabbaro è divertente, sono la prima a dirlo, ma posso farlo anche quando ho otto figli di cui tre cinesi. Quando di cinese ho solo le scarpe nuove abbinate al vestito tarocco, azzardare un po' di più è meglio.

A te che hai perso un amico, che hai la testa sulle spalle e sapevi divertirti senza esagerare, un abbraccio.


B.


1 commenti

  1. Si diceva: a 20 incendiario e a 40 pompiere. Evidentemente qualcuno preferisce diventare Vigile del Fuoco in anticipo.

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