Sono disgustata.
Provo amarezza, ribrezzo e tanta rabbia. E vi avviso che se già gli altri miei
post non pullulano di paroline da principessa, se sono la battitura a computer
dello stream of consciousness di un
camionista, sappiate che questo conterrà un linguaggio volgare e scurrile non
adatto ai minori.
Dal 16 marzo rientra nella programmazione serale di Real Time un nuovo
programma: “Alta Infedeltà”.
Argomento? Il tradimento, come appare chiaro dal nome. Questa sera, mentre
cenavo al rientro dalla palestra, ho avuto modo di vedere la mia seconda
puntata. Ne avevo già seguita una in cui il traditore era il marito, oggi
invece la colpevole era quella troia della moglie.
Vi avevo avvisato sul vocabolario.
L'arrivo della primavera porta sempre con sè un grande carico di allegria e spensieratezza. Perchè, finalmente, le giornate si stanno allungando, gli strati dell'abbigliamento invece diminuiscono di numero e l'armadio si riempie di colori.
Che poi, io ho un armadio a sei ante con tanto di cabina, quindi ormai non devo nemmeno fare il cambio di stagione; ma ricordo chiaramente, quando vivevo nella vecchia casa, i pomeriggi passati davanti a quei mucchi di vestiti che avrei voluto buttare via tutti.
Non vedevo l'ora che finisse l'inverno per sbarazzarmi di quei maglioni orribili, perchè per l'anno prossimo ne compro di nuovi e vagamente alla moda.
Non vedevo l'ora che arrivasse la primavera per scoprire quali abiti fossero sopravvissuti nei più remoti scatoloni nascosti per casa. E, ogni volta, tutto quello che l'anno prima avevo deciso di salvare, si rivelava essere un ammasso di stracci.
Il cambio di stagione vuol dire isteria.
Grazie al cielo, come ho già detto, non devo più farlo. Tutto, nel mio guardaroba, è diviso in maniera maniacale, ordinato per colore. Mi basta aprire il reparto primaverile, senza andare a riesumare scatole IKEA ormai piene di scotch e mezze distrutte.
Oltre, ovviamente, all'eliminazione delle giacche pesanti, i due dettagli che più amo della calda stagione sono le scarpe leggere e i sandali, e gli occhiali da sole.
Le zeppe: le zeppe tendono troppo spesso all'antisesso, ma sono la salvezza del genere femminile. La gamba è slanciata, il piede è comodo.
Ma, a proposito di questo tipo di calzatura, ci terrei a riportare un mio status di Facebook datato 19 giugno 2013 (ore 13:34) - e se sono arrivata al punto di autocitarmi, devo proprio essere megalomane, ma che ci volete fare, ho un armadio a sei ante con cabina:
La
vita di una donna è, indubbiamente, più complicata, snervante, affaticante,
gravosa ed esasperante di quella di un uomo. I motivi sono spesso insiti nella
sua natura, ma possono anche avere ragioni esterne. Molti sono incomprensibili
dal cervello maschile, pochi hanno un fondamento logico e giustificabile.
Nella maggior parte dei casi, le donne esternano psicosi più o meno ossessive,
e lo fanno per il puro gusto di farlo e, vi dirò di più, esercitando il loro
diritto di essere donne.
Credo che se ne potrebbero elencare a vagonate, ma ho provato a riassumere le
ragioni di questo incolmabile divario fra l’esistenza di una creatura dotata di
utero e quella di una dotata di scroto, in sei punti.