I 5 PASSI PER TRONCARE UNA RELAZIONE

Non pensavo che lo avrei mai detto, ma l’estate è finalmente finita. Ora sono in trepidante attesa che anche settembre si levi ufficialmente dalle palle e poi potrò considerarmi a metà strada del mio processo di recupero mentale.

Non scrivo su questo blog da mesi, troppi mesi, e questo è molto male. Ma – ecco l’elenco delle scuse – sono stata sotto esame (e certo! Perché solo io ho gli esami!). Ho avuto esami parecchio difficili e esami che invece mi sono piaciuti così tanto che ho deciso di farli due volte. La cosa importante, comunque, è che cinque giorni fa questi esami siano finiti. Cioè, finiti fino a gennaio. Ora sono libera: quelle ore in cui non vado a lezione, non vado al lavoro, non vado in palestra… Tendenzialmente dormo o mangio, ma in fondo credo sia proprio questa la libertà. Ah, forse dovrei fare finta di avere una vita sociale, ma ho smesso di dire le bugie tanti anni fa.

Il mio grande (e attesissimo, giusto?) ritorno alla scrittura su Red Goon voglio dedicarlo a un argomento serio: niente battute né sarcasmo questa volta. Voglio parlarvi di quando finisce un amore, un amore di quelli grossi, profondi. Quelle boiate da amore grande – grande amore come canta quel fricchettone di Jovanotti. Un amore di quelli in cui hai messo l’anima, un amore di quelli che quando giunge al termine, l’anima indietro non te la ridà.

Ecco, insomma, vorrei stilare insieme a voi cinque passi per lasciarsi nel modo giusto.
Troncare una storia non è mai semplice, inevitabilmente uno dei due soffrirà come un cane (nella peggiore delle ipotesi entrambi, ma questo davvero non so dirvelo perché non ci sono mai passata), ma io credo che si possano prendere gli accorgimenti per rendere la fine di una relazione importante meno dolorosa.
  1. Il rischio, quando ci si molla, è di farlo in un luogo pubblico. Non nella propria auto o casa, ma che ne so io, al parco. “Ciao, ascolta, facciamo una passeggiata al centro commerciale? Dobbiamo parlare.” Insomma: una marea di luoghi rischiano di essere coperti dalla funerea nube del “lì ci siamo lasciati, non voglio tornarci”. La soluzione che mi sento di consigliarvi è quella di fare un viaggio. Non solo lo/la dovete scaricare (oppure peggio: vi dovete far scaricare), ma perché non spendere anche qualche centinaio di euro in giro per l’Europa? In particolare, perché non scegliere una delle città più romantiche del continente, come Bruges? Vi sto ovviamente facendo degli esempi puramente casuali, ma credo siano raccomandazioni piuttosto fondate. Pensateci: siete in giro per Milano e mannaggia ecco lì la panchina dove mi ha detto che mi aveva tradito/a. Seguendo il mio consiglio, invece, basta eliminare (per esempio) il Belgio da ogni cartina politica. Quando avrete finito di grattar via, coricatevi per un breve ma intenso pianto.
  2. Sacrificio. È una parola chiave in tantissimi contesti. Sul lavoro, in amicizia, in amore. Ogni tanto bisogna riuscire a mettere da parte se stessi in favore di altri o altro. Se è da tanto tempo che volete mettere un punto alla vostra situazione sentimentale, fatelo la settimana del vostro compleanno. A Natale meglio di no, perché altrimenti rischiate vi passi la fame per il cenone e il pranzo del 25. Al suo compleanno sarebbe un po’ stronzo. Sì, è vero, potrebbe semplicemente accadere in un giorno qualsiasi, ma probabilmente l’anno dopo non ve lo ricordereste. Compiendo un sommo atto di sacrificio e scegliendo il vostro compleanno come data di rottura, sarete sicuri che quel numero vi perseguiterà per sempre. E – da non sottovalutare – per una volta apprezzerete davvero tutti i babbi di minchia che vi fanno gli auguri su Facebook, perché almeno loro quel giorno vi hanno pensato senza volervi rompere il cuore. Quando avrete scartato tutti i regali di quel fantasmagorico compleanno, coricatevi per un breve ma intenso pianto.
  3. Ovunque vi troviate, parlatene sempre con qualcuno. Sfogarsi è sempre utile e di grande aiuto. Tenersi tutto dentro aumenta e amplifica semplicemente il dolore: da soli non siamo mai forti abbastanza. Mandate un messaggino agli amici più cari, quei pochi che si contano sulle dita della mano (anche per evitare che, in caso abbiate seguito il mio consiglio numero 2, il giorno del vostro compleanno vi scrivano su Whatsapp messaggi che alludono a festeggiamenti super romantici in compagnia dell’ormai ex partner). Un messaggio corto, stringato, che faccia comunque capire che non ne volete parlare, un messaggio che trasudi tristezza: trattenete le lacrime e speditelo, vi risparmierà un dolore dopo. Leggete velocemente le risposte fino ad arrivare a quella che recita così: “Bene! Ti senti come se ti fossi liberata da un peso?” Spegnete il cellulare ed eliminate questa testa di minchia dalla lista dei vostri amici. Addio. Fra le altre persone che dovrebbero avervi risposto, dovrebbero essercene almeno un paio che si dimostreranno più sensibili all’accaduto. Quando avrete letto tutti gli SMS, coricatevi per un breve ma intenso pianto.
  4. Mettete subito in chiaro con l’ex partner che no, non volete smettere di sentirvi di punto in bianco, ma che vi scambierete un messaggio ogni tanto, senza più una cadenza fissa, consapevoli entrambi del fatto che il tutto andrà scemando, fino a un punto di non ritorno in cui il contatto dell’altro finirà così in basso fra le chat di Whatsapp che si mischierà ai maledetti gruppi dei regali di laurea del 2013. Siate severi con voi stessi e con l’altro. All’inizio sarà dura così dura che vi chiederete perché prima vi scrivevate meno di adesso che vi siete mollati. Aspettate, c’è qualcosa che non va nel mio ragionamento. Raga, che cazzo di macello sto combinando? Ah, scusate, è solo la mia vita sentimentale al momento. Tutto sotto controllo allora. Stessa storia, stesso posto, stessa chat, stessa gente che si collega, ti scrive, poi va, non lo so, che faccio qui, mi corico per un breve ma intenso pianto.
  5. Fate da subito in modo che la vostra vita non si areni. Uscite, ridete con gli amici e incontrate nuova gente. Scrivete a nuovi ragazzi e ragazze, recuperate quell’amico/a che un po’ vi piaceva, limonate a rullo perché ora potete farlo con chiunque. Logorarsi chiusi in casa non serve a niente. Se però è settembre e fuori ci sono ancora 26 gradi state attenti, potreste sudare. Quindi forse è meglio coricarsi e concedersi un breve ma intenso pianto. In fondo potete uscire anche domani. Ma attenzione che domani non piova: in quel caso io vi consiglio di coricarvi per un breve ma intenso pianto.


Ragazzi, che dire, io spero che nessuno di voi lettori e soprattutto amici si trovi a dover fronteggiare una situazione del genere, perché sappiamo tutti quanto sia doloroso e quanta sofferenza causi. Il cuore si spezza in una miriade di frammenti, e non sai nemmeno se riuscirai a ricomporlo, non sai se qualche pezzo sia magari andato perduto. La sensazione che si prova è quella del vuoto: il corpo è pieno zeppo, straripante di nulla. Una leggerezza così pesante da trascinarti a terra. Una leggerezza che ti prende a calci lo stomaco. La gola s’annoda e brucia, perché in gola si ferma il dolore. Gli occhi sono spenti, freddi e bagnati: perché sono la casa della tristezza. Però, modestia a parte, credo di avervi dato degli ottimi consigli per allestire una rottura coi fiocchi, o no? Raccontatemi pure come va, quando succede. E no, non ve la sto tirando dietro, coppiette maledette.

PS: Ci terrei a sottolineare come ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti sia assolutamente casuale.

B.

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