“Ma possibile che tu non abbia nemmeno
un amico con cui andare?” Commenta sempre mia madre quando le dico che ho
prenotato l’ennesimo viaggio da sola.
No, non ce l’ho un amico con cui andare,
o meglio: non ce l’ho un amico che io voglia portare con me. Di amici ne ho:
tanti o pochi che siano, di più o meno lunga data, speciali o di facciata. E
non dovete leggere queste mie parole come una dichiarazione di snobismo. Mi
dispiacerebbe.
Siamo sinceri: quanti viaggi avete fatto
con gli amici e quante volte avete pensato “Ma che due coglioni ‘sto qui al
mattino sta al cesso mezz’ora e alla sera dopo cena è sempre stanco, mentre io
anche dopo aver camminato 20 km ho voglia di andare a bermi una pinta”? Io
tante, troppe. Ho amiche con cui mi diverto, con cui esco, rido e trallallero
trallallà ma mannaggia a voi se mi obbligate a prendere un altro aereo con
loro! Non prenderei manco la metro per Rho Fiera, sono troppe fermate.
Mi piace trovare compagni di viaggio con
cui mi trovo bene al 101%, mi piace viaggiare, mi piace tanto viaggiare e non
ho intenzione di rovinare un momento di genuina gioia a causa della sbagliata
compagnia. Do una possibilità a tutti: se mi chiedete di prendere un treno
domani mattina alle 6 con voi, alle 5:50 sarò in stazione Centrale. Ma se non
dovessi trovarmi bene, perché riprovare?
“E quindi in 24 anni non hai trovato
nessuno con cui ti piace viaggiare?” Ribatte mia madre.
Eccome se l’ho trovato. Una vive a
Londra, una vive a Modena, uno vive a Stoke. Con l’ultimo non mi pare il caso
di riprovare a organizzare, con le altre due non è semplice. Ma mamma, non ti
preoccupare, ad agosto do un’occasione a qualcun altro.
Ma il problema non è solamente avere
piacere a viaggiare con qualcuno: io da quasi un anno ormai apro l’app Kayak,
scopro quale destinazione costa di meno e prenoto, fregandomene di tutto.
Voglio dire, mamma, sai che sguardi ho ricevuto dalle mie amiche quando ho
detto che avevo prenotato un volo per la Bulgaria? E, o mio dio, che non avrei
dormito in un hotel?
“Ah, wow, che coraggio. Ti stimo, Bea. Io non lo farei mai.”
Come sarei riuscita a trascinarle con me
a Sofia e a fare trekking sui Balcani? Dicendo che la sera si usciva con i
ragazzi conosciuti a colazione in ostello e il mattino dopo ci si svegliava
alle 6 per farsi tre ore di bus?!
Non sono uno spirito libero, non sono
una nomade col fuoco negli occhi, non vivo la vita alla spera in Dio, non vivo
alla giornata né sono una guerriera indomabile. Mi piacerebbe avere anche solo
una di queste sfumature caratteriali, ma invece sono solo una gran
rompicoglioni: e se con te non mi va di viaggiare, io manco ti invito. Io
viaggio da sola.
Metto nello zaino una borraccia piena
d’acqua del rubinetto e cammino, cammino, cammino fino a quel parco da cui mi
hanno detto si vede un tramonto mozzafiato. Mi siedo su una panchina, mi guardo
intorno e non ho un fidanzato accanto a me, non ho un amico, eppure cazzo, che
figata.
Che poi, pensate che sia mai stata
davvero sempre sola durante i miei viaggi? Sono salita per la prima volta da
sola su un aereo quando avevo 16 anni, non parlavo mezza parola di inglese e
sono tornata a casa con una marea di amici. Sono salita l’ultima volta da sola
su un aereo quando di anni ne avevo 24 e sono tornata a casa sapendo quanto
guadagna uno specializzando in un ospedale rumeno – così, a caso. Incontrare
persone nuove voglio che sia per me qualcosa di quotidiano: do il benvenuto a
tutti, ai tipi strani, ai tipi meravigliosi e ai tipi cagacazzo. Poi do il
giusto peso a chi voglio che resti.
Sapete qual è la cosa più bella del
viaggiare da soli? Arrivare in una città nuova e iniziare a camminare, mettendo
a tacere i pensieri e lasciandosi guidare dall’unico desiderio di metterci il
più lungo tempo possibile per arrivare a destinazione. I volti della gente per
le strade sono tutti così diversi, e gridano in silenzio una dose infinita di
storie differenti. Riesci ad ascoltarle solamente se passeggi da solo.
Su quanti Paesi abbiamo dei pregiudizi?
Appena sono scesa dal bus che
dall’aeroporto di Sofia mi ha portata al centro città, mi sono persa. Ho sbagliato
strada al primo incrocio. E ho scoperto che tutto quello che avevo letto sui
bulgari su internet la sera prima di partire era una cretinata atomica. Però
provate a chiudere gli occhi e immaginate un volto bulgaro: come lo state
dipingendo? Imbronciato e cattivo, vero? Lo so. I voli per Sofia costano 19
euro, lo sapete?
Viaggiare da sola, però, mi ha rovinata:
se mi dite che a voi ad agosto piace andare sempre nello stesso posto, a me
prima crescono, e poi cadono i coglioni. Non dico che dobbiate scalare il K2,
andare sempre in giro con una Reflex e fare yoga ogni mattino alle 5, ma amici:
quanti anni abbiamo? Abbiamo pochi soldi, lo so anche io (ho usato 14
calcolatrici prima di prenotare i voli per l’estate), ma perché spendere 8,50
euro per andare al cinema a Milano e non 10 per una notte in ostello a Bucharest?
Sì: alcuni ostelli costano davvero così poco (e i cinema davvero così tanto).
Viaggiare da sola mi ha insegnato ad
amare il silenzio. Anzi, ho esagerato. Non direi che lo amo, ma lo apprezzo
tantissimo. Lo preferisco a tantissime conversazioni che ho ogni settimana con
persone che conosco. Possiamo stare seduti davanti a una birra senza dirci
niente: un argomento interessante verrà in mente prima o poi a uno dei due, ma
ti prego: non venirmi a raccontare di quanto sudi a luglio perché anche se non
ho un termometro nel culo, anche io mi accorgo delle alte temperature.
Viaggiando da sola ho aperto il mio
cuore a completi sconosciuti: ho raccontato i miei sogni e fatto luce sulle mie aspirazioni,
non ho celato le mie paure e ho lasciato che i miei occhi brillassero da soli
quando parlo delle mie passioni. Il più delle volte, quando viaggio da sola e
conosco qualcuno di nuovo, parlo con me stessa più che con lui. Sapete quante
cose ho scoperto su di me in 14 ore di bus notturno? Innanzitutto ho scoperto
che, ogni tanto, ho bisogno di un po’ di tempo solo per me. Senza il 3G, senza
il pc, anche senza le mie canzoni preferite, ma con il solo sottofondo di una
lingua che non conosco.
Viaggiando da sola ho capito che non
sono asociale. Lo avete pensato tutti di me, tutti. E questo ha portato anche
me a pensarlo. Perché prima di aprirmi, sto in silenzio per giorni. Posso passare
intere serate senza dire una parola. Se mi presentate un nuovo gruppo di amici,
non andrò oltre il pronunciare il mio nome. Perché, in fondo, sono introversa. E
quindi adesso mi è difficile spiegarvi come poi, quando viaggio da sola, mi
trovo a mangiare patatine fritte ai mercatini di Natale di chissà quale città
dell’Est Europa con una coppia tedesca e a mangiare pizza con pollo e mais alle
5 del mattino con i compagni d’ostello. Si crea un legame chimico. E nel dubbio
mangio sempre.
Viaggiando da sola ho capito che detesto
gli hotel, perché sono noiosi perché hanno le lenzuola e le federe bianche, e mi
sono arresa al fatto che non mi importa quanto un Paese sia inculato o
sconosciuto: se non ci sono mai stata, voglio andarci. Perché se davvero fa
schifo, voglio scoprirlo io. Così come ho scoperto che chi si siede a un tavolo
da solo in un ristorante non è uno sfigato: è uno che probabilmente ha vissuto
cento volte più di noi che siamo lì con sette amici a fare attenzione a cosa
possiamo e non possiamo dire perché quella s’è appena mollata con quello e
allora non si può dire che né che e allora andate a quel paese.
Non viaggio da sola solo per vedere
nuovi posti, nuove città, nuovi paesaggi: viaggio da sola per avere nuovi occhi
– parafrasando quello che diceva Proust.
Non viaggio da sola perché non ho
nessuno con cui andare, viaggio da sola perché fra tutti gli amici, ho scelto
quelli che non ho ancora incontrato.
Prossime destinazioni in solitaria già
prenotate:
28 luglio: Lussemburgo
1° settembre: Portogallo
28 luglio: Lussemburgo
1° settembre: Portogallo
E sapete cosa mi spaventa di più? Il 17
agosto, quando parto per la Danimarca con un amico: andrà tutto bene?
E voi quando la smettete di andare a sguazzare
nel piscio dell’Adriatico e prendete un Ryanair da soli? 3 giorni, solo 3
giorni: ve li organizzo io. Non si deve viaggiare sempre e solo da soli, ma
tutti dovrebbero provare. E se pensate che vi annoierete: beh, forse un quarto
d’ora al giorno sì, succederà. Ma io a casa mi annoio 25 ore al giorno, come la
mettiamo?
B.
1 commenti
Bellissimo bea.
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